Fino a quale punto si saprà bloccare, respingere, condannare il più grosso regalo alla mafia : il PONTE uscendo dal ruolo servile verso le lobbies del potere economico e politico che di quest’opera ne faranno la più grande speculazione che favorira’ solo la mafia calabro-sicula , avviando, di contro un piano per il completamento dell’autostrada tirrenica e di quella ionica unitamente alla elettrificazione della sua ferrovia.

Quali iniziative si intenderanno assumere per l’utilizzazione diffusa di tutte le fonti di energia alternativa ricontrattando con il governo l’esportazione sottocosto della nostra produzione di energia.

Quali le iniziative saranno assunte in difesa della salvaguardia della natura per lo sviluppo e la crescita umana.

Come si intenderà combattere ogni tipo di criminalità:mafia,ndrangheta,lobbies evidenziate sempre dalla limpida,trasparente legalità dell’ on. Angela Napoli, sapendo poi prendere lezioni dalle pubblicazioni di Francesco Forgione : MAFIA EXPORT e di Nicola Gratteri : LA MALAPIANTA.

E sulla sanità cosa si intenderà fare ? Quanti ospedali chiudere o convertire, quali “ qualità” nelle future scelte per i direttori generali ed i primari .

E sulla cultura e la formazione come orientarsi per far diventare le nostre Università “ poli di eccellenza”

E sulla politica agricola e turistica.

Abbiamo rivolto alcune domande senza farne un elenco di scelte primarie aspettando che siano i Governatori a darcene risposta in funzione di una “scelta primaria “Ci siamo riservati alla fine l’ultima e più importante domanda:

La Regione continuerà ad essere “ ente caritatevole “ o si vorrà darle quella funzione che era nei pensieri del primo Presidente della Giunta regionale GUARASCI : Ente solo ed esclusivamente Legislativo e programmatorio ? Questa risposta servirà a farci capire la composiione della Giunta e del Consiglio regionale, il sistema della elargizione caritatevol-clientelare degli assessorati e d’ogni altro incarico,il modo nuovo di concepirne il bilancio se “ documento di vera programmazione “ o “elenco familiarclientelare “:

Alla Regione non spetta la spesa ma la programmazione della spesa ed il controllo sugli enti, prima tra tutti i Comuni, che sono abilitati alla spesa. Alla Regione il compito di intervenire con servizi qualificati,oggi totalmente carenti,nei settori dello studio del mercato,della formazione e della trasformazione dei propri prodotti – soprattutto agricoli – attivare nuovi , veri circuiti produttivi oggi totalmente inesistenti.

Queste cose non basta dire di attuarle ma occorrono le p…lle per volerle attuare ed interrompere la triste spirale che lega la ndrangheta a quelle lobbies amministrative-politico-parlamentari ,, di cui si fa menzione nelle pubblicazioni di Forgione e Gratteri , che della criminalità e dei loro interessi ne assumono la rappresentanza in cambio di un sostegno elettorale.

Di fronte allo sfruttamento che la nostra regione ed i suoi lavoratori subiscono il nuovo Governatore dovrebbe,avendone le ……p…..forze , nel modo più perentorio possibile, pretendere che siano riviste le leggi ed i regolamenti anche comunitari in modo che in Calabria, dove la disoccupazione tocca una persona su due e dove esiste una forte esigenza di investimenti produttivi - che vadano a buon fine –, non possano più operare normative che permettono di applicare in Calabria un tasso di sconto che supera di quatrro volte il tasso medio italiano facendo costare il danaro , da noi, molto di più che al Nord.

Il nostro desiderio: che la Calabria torni ai Calabresi!

Sergio Scarpino

ELEZIONI REGIONALI 2010

Il compito davanti a cui si trovano oggi i calabresi è immane. E la difficoltà nasce anche dal non voler capire

che le sorti di questa terra dipendono proprio dal loro voto… o.. almeno! Questa “quasi apatici calabrese”

arriva ad assonnare ogni dovuto segno di reazione persino davanti alle esplicite manifestazioni del Nord,sempre più precise e determinate : i giuramenti di Pontida,il cemento dell’integralismo razzista ed antimeridionale,l’emergere di una consistente forza politica dovrebbero porre i calabresi, che tacciono,davanti alla realtà di una loro sognata repubblica del nord. Qualunque sarà l’esito di queste elezioni è certo che la repubblica padana, che già esiste anche se non ancora iscritta all’anagrafe,sposterà ancor di più di quanto già non lo sia ,l’asse politico sulla padania di Bossi e compagni consegnandoci una Calabria,un Meridione, spremuta e corrotta,senza bussola e senza forze. Tutto ciò che può avvenire, nel silenzio omertoso dei calabresi, sarà una Calabria in posizione subalterna , a spazio coloniale in funzione dello sviluppo del “sistema padano “ ,incapace di esprimere un libero proprio “ potere “ politico, canale di arruolamento per gli interessi delle lobbies politiche del nord e dei suoi ascari calabresi.
Sono elementi di una riflessione che richiede di essere approfondita in occasione di queste elezioni se i calabresi non vorranno,essi stessi, uccidere definitivamente la loro terra.

Non sappiamo se il tempo della “maturazione” della calabresità sia veramente iniziato.

Noi, attraverso il nostro blog  www.calabrialaicitàechiesa.it , abbiamo inteso aprire una “finestra di dialogo” , un modo per raccordarci con ogni manifestazione spontanea all’ insofferenza al servilismo,sappiamo che questa sarà l’ultima occasione per dare vita alla nostra terra, perché possa rompere i laccioli di un servilismo imperante, per emergere dal pantano che assorbe e soffoca ogni volontà di “ VITA.

ECCO PERCHE’ RIVOLGIAMO AI FUTURI GOVERNATORI ALCUNE DOMANDE , le cui risposte vorremmo fossero IMPRESSE nei loro programmi :

Quali garanzie si offrono agli elettori calabresi per una forte rivendicazione di autonomia prima che di risorse, di abbandono delle posizioni di querela dei postulanti sapendo pretendere politiche eque e programmate anziché interventi a pioggia che si sono sempre tradotti in strumenti di ulteriore dipendenza?C’è la decisione di voler rivendi care ,senza sentimenti di inferiorità, quie provvedimenti che incidono sul vero sviluppo della Calabria,utilizzando tutto il potere senza alcuna manifestazione di servilismo utilitaristico.